Rinnovabili: Continuano gli investimenti nel Fotovoltaico

Triplicano gli impianti fotovoltaici industriali, mentre raddoppiano quelli su condomini, terziario e piccole imprese. Lo sostiene uno studio di Fondazione Impresa, che ha rilevato tra il 2010 e il 2011 un incremento degli impianti che beneficiano delle tariffe incentivanti del Quarto Conto Energia.

In media ci sono 5,3 impianti ogni mille abitanti. Uno su due è situato su condomini e piccoli edifici. Il 33,7% del totale è costituito da impianti monofamiliare.La potenza installata proviene all’86,6% da impianti industriali, all’11,0% da impianti su condomini, terziario e piccole imprese e al 2,4% da quelli monofamiliari.

In generale, è stato rilevato che la maggior parte degli impianti è di piccola taglia, mentre negli ultimi anni sono aumentati maggiormente quelli di piccola taglia.

Dal punto di vista territoriale, le regioni leader come numero di impianti presenti sono Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, mentre èla Pugliaa detenere il record per la maggiore potenza installata.

Liberalizzazioni : Cnappc in Italia non c’è protezionismo

Il Cnappc, Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, è intervenuto per commentare le dichiarazioni, rilasciate dal segretario generale dell’Ocse Angel Gurria, sull’esistenza del protezionismo nelle professioni.

Secondo il Consiglio nazionale degli architetti, in Italia non esistono forme di protezionismo nelle professioni. Lo dimostrerebbe il numero di professionisti, che in Italia è più alto rispetto agli altri Paesi Ue. Ma non solo. Secondo il Cnappc, i minimi tariffari sono di fatto aboliti da anni.

Per definire la riforma delle professioni al meglio, il Cnappc ha chiesto al Governo di incaricare l’Istat per la redazione di un rapporto, in grado di fotografare il numero di iscritti agli ordini, i livelli di fatturato e le possibilità di accesso al mercato.

Nei giorni scorsi Gurria aveva stimato una crescita del Pil pari all’8% come conseguenza delle liberalizzazioni. Secondo il segretario Ocse, la metà dei guadagni potrebbe derivare dalla liberalizzazione dei servizi professionali.

Professionisti: tariffe come garanzia delle prestazioni

La tariffa professionale dovrebbe essere derogabile, ma rimanere come riferimento e garanzia delle prestazioni erogate. È l’idea lanciata in un’audizione in Commissione Industria del Senato dall’associazione italiana commercialisti.

Come chiesto da più associazioni professionali, la tariffa potrebbe essere uno strumento interno al sistema degli ordini. Una sorta di base di riferimento, ma non un parametro obbligatorio e vincolante.

La tariffa indica infatti la complessità dell’incarico e, a detta dell’associazione, dovrebbe conservare la sua utilità nelle prestazioni svolte nei confronti delle pubbliche amministrazioni, ma anche nelle contestazioni.

Con la liberalizzazione, nel momento in cui le parti diventano libere di stabilire il compenso a fronte di una determinata prestazione, dovrebbe poi essere preso come riferimento il sistema dei contratti, disciplinato dal Codice Civile.

L’associazione dei commercialisti fa però notare che, pur in presenza della liberalizzazione, permangono sempre i riferimenti al codice deontologico.

A parere dei commercialisti, si dovrebbe inoltre evitare una situazione di squilibrio in termini di concorrenza tra i professionisti iscritti in un albo e gli autonomi non regolamentati.

Riforma professioni: proposta holding per orientarsi nel nuovo sistema

Dopo il decreto sulle liberalizzazioni, le competenze professionali diventano servizi da vendere sul mercato. Tra i numerosi commenti rilasciati dalle diverse categorie sulla riforma delle professioni, spicca quella dell’Unione italiana commercialisti, che lancia una proposta replicabile in tutte le categorie professionali.

Secondo l’Unione, ogni professione dovrebbe elaborare progetti strategici per coinvolgere i professionisti. Per ogni progetto si dovrebbe costituire una società. A monte, una holding promossa e partecipata dall’ente di previdenza, associazioni rappresentative e consiglio nazionale, con partecipazioni nelle società tra professionisti, e organismi di rappresentanza a delineare gli indirizzi strategici.

In questo modo si potrebbe creare un modello operativo che dovrebbe consentire ai professionisti di mantenere la redditività delle proprie attività.

Settore Edile: l’Ue non prevede significativi miglioramenti per il 2012-02-11

Secondo la Direzione Economia e finanze della Commissione Europea, in Italia l’anno sarà caratterizzato da bassi investimenti nell’acquisto di abitazioni. Non si prevede quindi neanche per il 2012 una immediata ripresa del settore edile.

Nella classifica stilata da Bruxelles, l’Italia è il penultimo Paese in cui si rileva l’intenzione di acquistare o costruire una casa.

Le previsioni sono pessimistiche anche indagando nella propensione di iniziare una ristrutturazione.

Per risolvere la situazione di stallo, l’Ance, associazione nazionale costruttori edili, ha chiesto la modifica del decreto sulle liberalizzazioni ripristinando l’Iva sulla cessione degli immobili anche dopo cinque anni dalla data di fine lavori. Gli edili hanno chiesto anche che per tre anni sia cancellata l’Imu sugli immobili invenduti.

 

Imu, per Confedilizia danneggia le compravendite

Riduzione dei contratti di locazione e ristagno nelle compravendite. Sono le previsioni di Confedilizia, presentate nel Borsino immobiliare.

Per la redazione delle previsioni per il 2012, sono state prese in considerazione i valori delle compravendite in 105 capoluoghi.

Dalle rilevazioni effettuate è emerso un calo di circa il 3% nel 2011, che lascia prevedere una stasi per il 2012. Colpa, secondo Confedilizia, delle voci che si sono susseguite sull’introduzione di una possibile imposta patrimoniale, ma anche dell’Imu. Incertezze che, sommate alla crisi, provocano una stasi nelle compravendite.

Confedilizia sottolinea  infatti che l’imposta municipale unica avrebbe fatto calare anche il mercato delle locazioni dal momento che i Comuni non hanno determinato l’importo dell’aliquota. Tra le strategie per innescare una ripresa, potrebbero essere introdotte misure per una maggiore flessibilità contrattuale.

Terre da scavo: attesi chiarimenti per il riutilizzo

Le matrici ambientali da riporto non sono un rifiuto. Si tratta di materiali presenti nel sottosuolo di siti soggetti a trasformazioni urbanistiche da così tanto tempo che sono diventati una matrice ambientale.
Secondo l’Ance, associazione nazionale costruttori edili, questi orientamenti, passati con il Dl 2/2012 in materia ambientale, consentono di superare le posizioni di alcuni enti locali che, in presenza di materiali da riporto con livelli di inquinamento compatibili con i riutilizzo e con la destinazione urbanistica del sito, ritenevano necessario l’avvio delle procedure di bonifica.
Fuori dal sito di produzione, i suoli possono essere utilizzati come sottoprodotti, rifiuti o materiali recuperati.
La gestione come sottoprodotti appare al momento priva di una norma di riferimento certa. Il Dl 1/2012 sulle liberalizzazioni rimanda infatti la definizione della disciplina a un decreto ministeriale successivo.
Ricordiamo che un decreto in materia era già stato abbozzato dal precedente Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo. La bozza, giunta all’esame del Consiglio di Stato, non ha proseguito il suo iter a causa della caduta del Governo.

Architetti per salvare il valore legale della laurea

Intervenire sulla qualità della formazione e non sul valore del titolo. Questa la soluzione proposta dal Cnappc contro l’abolizione del valore legale della laurea contenuta nella riforma delle professioni. In una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti, il presidente del Cnappc Leopoldo Freyrie ha affermato che l’accesso sulle professioni deve essere basato solo sul merito. È quindi  necessario un percorso virtuoso basato su università, tirocinio ed esame di stato.

Per il presidente del Cnappc, le lauree conseguite in diversi non si equivalgono. Lo Stato dovrebbe quindi intervenire a garanzia dell’equipollenza dei titoli su tutto il territorio nazionale.

Da ultimo, il presidente Freyrie ha ricordato che il primo passo per il miglioramento del sistema delle professioni dovrebbe incentrarsi sulla qualità degli insegnamenti. Solo in un secondo momento si potrebbe pensare di cambiare le regole dei concorsi.

Cogenerazione ad alto rendimento, più accessibili gli incentivi

Il Gse ha pubblicato le linee guida per l’accesso ai certificati bianchi. Redatte dal Ministero dello Sviluppo Economico, il documento è stato pensato per l’attuazione del DM 5 settembre 2011 sulla cogenerazione ad alto rendimento (CAR).
Le linee guida cercano di semplificare il riconoscimento del Car e l’accesso ai certificati bianchi, o titoli di efficienza energetica, che sono riconosciuti per dieci anni sugli impianti di produzione e per quindici anni sugli impianti abbinati al teleriscaldamento.
Il documento spiega che al certificato bianco è associato un coefficiente in base a cinque scaglioni di potenza, a seconda del rendimento.
In Italia il Decreto legislativo 20/2007 ha inserito altri parametri in base al rendimento globale. Per calarsi nella realtà degli impianti sono però necessari diversi accorgimenti. Motivo per cui si è resa necessaria l’emanazione delle linee guida.
Il documento del Ministero è composto da due parti. Nella prima sono indicati i criteri di calcolo, nella seconda i parametri per il calcolo delle grandezze. Nonostante fossero già disponibili i moduli per la richiesta degli incentivi, molti interessati lamentavano la mancanza di criteri di calcolo di riferimento.

Certificazione energetica, in Lombardia controlli sugli attestati


Più controlli sulle certificazioni energetiche.La Lombardia approvato le procedure operative per i controlli sugli attestati rilasciati dai certificatori. Con una delibera approvata a gennaio, vengono indicate le circostanze e le modalità con cui sottoporre ad accertamento gli attestati di certificazione energetica.

Tra le situazioni che potrebbero dar luogo a qualche dubbio bisogna considerare il numero elevato di Ace, attestati di certificazione energetica, redatti dallo stesso soggetto certificatore, i valori anomali degli indici  di prestazione energetica per il riscaldamento e la climatizzazione, un EPH lievemente inferiore al minimo previsto per la classe energetica immediatamente inferiore e, infine, una prestazione energetica particolarmente performante dell’edificio.

Sotto controllo anche gli atti di compravendita e locazione immobiliare per verificare che rispettino l’obbligo di allegare tutta la documentazione richiesta dalla normativa vigente.

Tra i metodi previsti per le verifiche si segnalano in particolare l’estrazione casuale e i sopralluoghi.