Società tra professionisti, suggerimenti dal Consiglio di Stato

Dal Consiglio di Stato l’ok con qualche osservazione al regolamento sulle società tra professionisti. Anche se nel complesso il CdS approva l’impianto del documento, suggerisce di riformulare gli obblighi di informazione, che al primo posto dovrebbero vedere il diritto del cliente di chiedere che l’incarico sia eseguito da uno o più professionisti da lui scelti. Allo stesso modo, l’atto con cui la società designa il professionista dovrebbe essere comunicato per iscritto al cliente. Per il CdS dovrebbe essere formulata con più chiarezza la disposizione sulla incompatibilità dei soci che non hanno i dovuti requisiti di onorabilità previsti per l’iscrizione all’albo professionale o che hanno riportato delle condanne. In particolare, sostiene il Consiglio di Stato, dovrebbe essere spiegato quali condanne impediscono la partecipazione di un professionista ad una società. Secondo il CdS, inoltre, deve essere verificato il rapporto tra le condotte dei soci e la responsabilità disciplinare della società, che dovrebbe rispondere delle azioni del professionista solo in presenza di un atto di indirizzo.

Partite Iva in edilizia, il Min.Lavoro spiega come smascherare quelle falsi

partita ivaPer monitorare l’utilizzo delle false Partite Iva in edilizia il Ministero del Lavoro ha emanato la circolare 16/2008 con cui fornisce le indicazioni utili a fare un distinguo tra chi svolge effettivamente un lavoro autonomo e chi, al contrario, dovrebbe essere inquadrato con un rapporto di lavoro dipendente.

A detta del Ministero, la verifica può essere fatta sul possesso o sulla disponibilità di macchine e attrezzature, come ponteggi, macchine edili ed escavatori, che provi non solo la capacità organizzativa e la possibilità di realizzare le opere in autonomia, ma anche che i macchinari costituiscono un investimento da parte del lavoratore autonomo.

Al contrario, non possono provare l’autonomia del lavoro attrezzature di minore valore come funi, martelli o carriole.

La circolare considera autonome tutte le lavorazioni che avvengono nella fase di completamento dell’opera edile, come i lavori idraulici ed elettrici, i decori, la posa in opera dei rivestimenti, mentre sono quasi sicuramente da regolarizzare con un contratto da dipendente i lavori effettuati durante la realizzazione di opere strutturali del manufatto.

Dopo aver accertato la presenza di una falsa Partita Iva, gli ispettori del Ministero devono verificare anche le violazioni contributive e gli illeciti nell’ambito della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Imu e imposte sugli immobili, per la Bce possono danneggiare il mercato

Per la BCE, Banca Centrale Europea, l’Imu, così come le altre imposte sugli immobili, potrebbero pesare sull’andamento del settore immobiliare.

Secondo la Banca Centrale Europea, pur rispondendo a esigenze di controllo del bilancio pubblico, in Paesi come Francia e Italia questa tassazione potrebbe provocare qualche difficoltà. Le imposte, infatti, si sommano ad altri provvedimenti per il risanamento dei conti pubblici, come la riduzione degli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione degli edifici residenziali.

Secondo quanto riportato da fonti di agenzia di stampa, la prima tranche Imu, versata a giugno, ha fatto incassare al Tesoro 9,5 miliardi, mentre si attende un gettito annuo complessivo pari a 20,1 miliardi di euro. Sulla base di questi dati, sembra inoltre che non sarà necessario l’aumento delle aliquote, che il Governo si era riservato di effettuare a dicembre.

Per la BCE, inoltre, nei Paesi più colpiti dalla crisi l’attività potrebbe essere frenata da costi di finanziamento più elevati e da correzioni nel settore finanziario.

Imu, dal Fisco una panoramica sulle sanzioni

Chi non ha presentato la dichiarazione Imu sarà colpito con una sanzione dal 100% al 200% del tributo dovuto, conteggiato su un minimo di 51 euro. È punita invece con una sanzione più leggera la dichiarazione infedele, grazie alla quale il contribuente riesce a pagare un’imposta minore. In questo caso la multa oscillerà dal 50% al 100% della maggiore imposta dovuta.

Sono queste le spiegazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, che ha risposto ai dubbi di alcuni contribuenti sull’imposta municipale unica.

Il Fisco ha inoltre spiegato che il ritardato pagamento prevede sanzione amministrativa pari al 30% dell’importo non versato. Con il ravvedimento operoso entro 14 giorni dalla scadenza, si pagherà invece lo 0,2% per ogni giorno di ritardo più gli interessi. Dopo il quattordicesimo giorno, ma rimenendo entro un ritardo di un mese, invece, la sanzione sale al 3%. Dopo il trentesimo giorno si sale infine al 3,75%.

 

Impianti fotovoltaici sugli immobili, quando e come accatastarli

Gli immobili ospitanti centrali elettriche a pannelli fotovoltaici devono essere accertati nella categoria D/1 – opifici. Lo chiarisce l’Agenzia del Territorio con la nota 31892/2012, aggiungendo che i pannelli devono

essere inclusi nella determinazione della rendita catastale perché è grazie a loro che l’immobile acquisisce il carattere di centrale elettrica. non è importante che gli impianti siano amovibili o posizionabili in un altro luogo. Sono infatti considerati immobili tutte le parti che concorrono all’autonomia funzionale e reddituale. Per l’obbligo di accatastamento, quindi, non è importante il fatto che i pannelli possano essere più o meno facilmente spostati, quanto che siano in grado di produrre reddito.

L’obbligo di accatastamento non sussiste per gli impianti integrati o realizzati sulle aree di pertinenza di immobili censiti al catasto edilizio urbano. In questo caso, infatti, gli impianti vengono considerate pertinenze e non unità immobiliari autonome. Se l’impianto provoca un aumento del valore capitale dell’immobile dal 15% in su, diventa necessario presentare una dichiarazione per la variazione e rideterminazione della rendita catastale. L’obbligo di dichiarazione non esiste nemmeno per gli impianti di potenza nominale fino a 3 kw, potenza nominale complessiva fino a tre volte il numero delle unità immobiliari, impianti al suolo di volume inferiore a 150 metri cubi.

Edilizia in ripresa dal 2013, le previsioni dell’Ance

ediliziaNel 2013 gli investimenti in edilizia dovrebbero arrestare la loro caduta. Questo lo scenario prospettato dall’osservatorio congiunturale dell’Ance per il prossimo anno, in cui dovrebbero dispiegarsi gli effetti delle misure contenute nel decreto per lo sviluppo. L’innalzamento delle detrazioni IRPEF per gli interventi di ristrutturazione edilizia da 36% a 50%, il prolungamento degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, il ripristino dell’IVA per cessioni e locazioni di nuove costruzioni e il piano città dovrebbero fungere da leva per far ripartire il sistema con investimenti stimati in 1,5 miliardi per il 2013.

Per amplificare gli effetti delle misure, l’Ance ritiene che sia necessario anche eliminare l’applicazione dell’Imu agli immobili invenduti, rafforzare i bonus sulla riqualificazione energetica e alleggerire il carico fiscale sulle compravendite immobiliari.

 

Sviluppo, il rilancio passa dall’edilizia

Procedure edilizie semplificate con il Dl Sviluppo, in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. In caso di SCIA, si estende la semplificazione, oltre che ai pareri, a tutti gli atti preliminari di altri enti o organi appositi. La stessa previsione di semplificazione procedimentale viene prevista espressamente per la DIA, con la modifica dell’art. 23 del testo unico dell’edilizia.
Per evitare il blocco degli appalti, il decreto prevede il ritorno temporaneo alle tariffe professionali, abolite dal decreto sulle liberalizzazioni, ma che in assenza di un riferimento normativo, rischiavano di creare incertezza per la determinazione dell’importo da porre a base di gara per l’affidamento dei servizi di progettazione.

Il rilancio del settore passa inoltre attraverso gli interventi di riqualificazione del Piano Città.

Tutte le misure dovranno ora essere confermate nell’iter parlamentare per la conversione in legge.

Durc, alcune irregolarità possono essere sanate in 15 giorni

Prima di rilasciare un Durc irregolare bisogna invitare l’impresa a regolarizzarsi dandole quindici giorni di tempo. Lo ha stabilito l’Inail con la nota 3760 inviata alle sedi periferiche. L’invito alla regolarizzazione sospende i termini di rilascio del Durc .

La situazione cambia nei casi di autodichiarazione del Durc, in cui la regolarità deve sussistere al momento della dichiarazione sostitutiva e non può essere ammessa la regolarizzazione.

Secondo l’Inail, il rilascio di un Durc irregolare comporta conseguenze gravi, come la risoluzione del contratto. È quindi importante che nei casi in cui è ammessa la regolarizzazione, le sedi territoriali seguano tutte le procedure per consentire all’impresa di sanare nei tempi prestabiliti la regolarità contributiva.

Perché le verifiche di regolarità siano tempestive e attendibili, l’Inail raccomanda inoltre di mantenere costantemente aggiornata e monitorata la situazione contributiva delle aziende.

Approvata la riforma del lavoro, nuove regole per le Partite iva

 

E’ legge la riforma del lavoro ideata dal Ministro Fornero. Il testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il 18 luglio. Come già emerso nei giorni scorsi, è stata confermata la lotta alle Partite Iva fasulle, ma con modalità ammorbidite rispetto alle previsioni iniziali. Dovranno essere assunti i lavoratori che collaborano con l’azienda per  un periodo superiore agli otto mesi annui, che hanno a disposizione una postazione di lavoro fissa e che guadagnano più dell’80% dei compensi complessivi percepiti durante l’anno. Sono invece considerate vere partite iva le prestazioni di soggetti con alte competenze teoriche e tecniche, che fatturano non meno di 18 mila euro annui o che per esercitare la propria professione devono essere iscritti ad un albo professionale. In generale la nuova legge prevede il contratto a tempo determinato come forma contrattuale prevalente, lasciando però spazio anche alle collaborazioni occasionali. Dal 2017, inoltre, la cassa integrazione straordinaria e le indennità di mobilità saranno sostituite dall’Aspi, assicurazione sociale per l’impiego.

 

Social housing finanziato dall’IMU, le proposte di Assoedilizia

L’Imu potrebbe essere utilizzata per sovvenzionare l’edilizia residenziale pubblica. È l’idea del presidente di Assoedilizia e vicepresidente di Confedilizia, Achille Colombo Clerici, secondo il quale in questo modo si limiterebbero gli effetti discorsivi dell’imposta municipale unica.

Tra le altre proposte avanzate da Clerici per far ripartire l’edilizia spiccano l’estensione delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni alle società, un piano di dismissioni di beni pubblici senza il loro trasferimento, ma costituendo fondi rappresentati da titoli.

Dal punto di vista urbanistico Clerici propone una politica di equilibrio tra strutture di godimento ed infrastrutture di servizio, oltre al principio di perequazione, che a suo avviso dovrebbe operare a livello comunale. Allo stesso tempo, Clerici sottolinea che l’edilizia sociale non riesce a soddisfare la domanda di alloggi ed è subordinata all’iniziativa privata. Per questo, come emerge da fonti di stampa, potrebbero a suo parere essere emessi titoli rappresentativi di enti e patrimoni di social housing e di ERP, che possano esser sottoscritti dai proprietari immobiliari con versamenti alternativi al pagamento di imposte sugli immobili.