Mondo 4.0: una sfida da vincere con la formazione

Mondo 4.0, una sfida da vincere con la formazione

In un convegno di Confassociazioni si è parlato delle conseguenze della quarta rivoluzione industriale. Per affrontare la quale la chiave è la formazione

L’arrivo di un vero e proprio tsunami digitale, che toccherà tutti i contesti economici e sociali, e alcune stime Istat, ricordate dal presidente di Confassociazioni Angelo Deiana, che dicono che almeno nove milioni di lavoratori potrebbero essere sostituiti nei prossimi 7-10 anni dalle macchine: su questo complesso orizzonte della quarta rivoluzione industriale si è sviluppata nei giorni scorsi la conferenza annuale di Confassociazioni (Confederazione associazioni professionali), tenutasi a Roma e dal titolo «Lavoro 4.0: quali scenari, quali prospettive». E’ emersa, durante i lavori, netta l’esigenza di un investimento importante sulla formazione dei lavoratori, e non solo di quelli che hanno già perso il posto, e sulla formazione nelle nuove tecnologie. “Oggi per esempio – ha aggiunto Deiana – possiamo trasformare il tempo improduttivo utilizzato da chi naviga in rete, con meccanismi formativi, proprio grazie alle nuove logiche fornite dal mondo 4.0”.

Che il tema sia davvero rivoluzionario lo conferma anche l’intervento di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, secondo la quale “questa rivoluzione 4.0 è talmente unica da indurre gli esperti a dire
che per coloro che sono entrati nel mondo del lavoro in epoca pre-digitale non ci sarà un futuro nel nuovo mondo 4.0. Diventa fondamentale che una consistente parte dei lavoratori entri da subito nel processo di formazione in nuove tecnologie».

Anche la politica dovrà fare la sua parte, e la consapevolezza emerge dall’intervento del ministro del lavoro, Giuliano Poletti, che ha messo in luce l’aspetto positivo della questione: «Dobbiamo considerare l’avvento del 4.0 non come una crisi, ma come un cambiamento della società e non solo del mondo del lavoro. Bisogna saper governare i processi, ma abbiamo una grande opportunità e le imprese che sapranno innovare vedranno crescere il proprio ruolo nel mercato». Per cavalcare le sfide del mondo 4.0 – reti iperconnesse, mondo dei social media, mobilità accelerata e cybersecurity – sarà allora necessario individuare opportunità, trend evolutivi, smart working, competenze digitali e politiche attive per i giovani e per le donne, “puntando due caratteristiche vincenti – ha ricordato Deiana – la proattività e la resilienza”.

Sicurezza 2017: cresce la sfida della competitività

Sicurezza 2017: per professionisti e aziende cresce la sfida della competitività

A metà novembre Milano ospita la grande fiera che consente ai professionisti di stare al passo con l’evoluzione tecnologica in atto nel mercato della security

Mancano ancora quattro mesi ma già adesso l’appuntamento con Sicurezza 2017, la fiera di riferimento per professionisti del settore, installatori e progettisti che vogliono conoscere le ultime soluzioni, i nuovi software, la nuova componentistica nei settori dell’anti-intrusione, videosorveglianza, antincendio, building automation, in programma a Milano Fiera dal 15 al 17 novembre, è accompagnata da grandi attese e aspettative. Perché questo è un momento storico in cui il mercato della security continua a crescere, come confermano i dati recentemente diffusi da ANIE Sicurezza: nel 2016 ha segnato una crescita del fatturato del 5,1% rispetto al 2015, con un fortissimo slancio per i sistemi anti-intrusione, incrementati del 7,3%, e per la videosorveglianza, in aumento di quasi il 10%.

Pubblica Amministrazione, Terziario, Retail e GDO figurano tra i principali ambiti di sbocco nel mercato interno, mentre la crescita del settore edilizio degli ultimi anni ha contribuito a un consolidamento della Building Automation e dell’Antincendio. Sempre più numerosi sono poi i produttori italiani che guardano con interesse anche al mercato estero, tanto che alla kermesse milanese sono attesi 200 top buyer internazionali ed è previsto un programma di oltre 100 appuntamenti ed eventi formativi. Insomma, per i singoli professionisti a fare la differenza è la possibilità di essere al passo con l’evoluzione tecnologica in atto. Per questo, Sicurezza 2017 punta a sviluppare sempre maggiore consapevolezza sulle nuove professioni richieste dal settore.

Il “classico” installatore di prodotti stand-alone deve evolversi e diventare in grado di proporre soluzioni integrate e su misura. Chi progetta e installa sistemi di sicurezza e videosorveglianza è oggi un consulente, e un tecnico allo stesso tempo e deve saper dialogare con aziende, project manager e con utenti finali. Anche il rapporto che si instaura con il committente non si esaurisce con la messa in opera dell’impianto, ma chiama il professionista a nuove capacità organizzative e di relazione. E poi la sicurezza diventa una responsabilità sempre più riconosciuta anche dal punto di vista normativo per i professionisti che se ne occupano: un segnale chiaro dell’importanza di quanto la crescita professionale degli operatori richieda oggi conoscenze pluridisciplinari e sfaccettate per affermarsi come figure di riferimento per il mercato.

Fondo energetico Emilia Romagna

Emilia-Romagna 36 milioni per l’efficienza energetica

Le domande vanno presentate entro il 30 settembre

La Regione Emilia-Romagna ha reso disponibile un fondo per le imprese che investono in efficienza energetica. Si tratta di 36 milioni di euro di finanziamenti agevolati.

Le risorse fanno parte di un Fondo multiscopo da 47 milioni di euro che finanzia anche l’autoimpreditorialità e la creazione di startup.

Sono considerate ammissibili le spese per: interventi su immobili strumentali: ampliamento e/o ristrutturazione, opere edili funzionali al progetto; acquisto ed installazione, adeguamento di macchinari, impianti, attrezzature, hardware; acquisizione di software e licenze; consulenze tecnico/specialistiche funzionali al progetto di investimento; spese per la redazione di diagnosi energetica e/o progettazione utili ai fini della preparazione dell’intervento in domanda.

Il Fondo energia ha una compartecipazione pubblica al 70% a tasso zero e privata (bancaria) al 30% a tassi convenzionati e agevolati, gestiti dalla Regione tramite Unifidi, Consorzio unitario di garanzia Emilia-Romagna.

Beneficiari dell’intervento sono le imprese che: abbiano localizzazione produttiva in cui si realizza l’investimento in Emilia-Romagna; siano attive alla data di presentazione della domanda; abbiano l’attività principale compresa nelle sezioni della classificazione delle attività economiche come: Attività manifatturiere; Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata; Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento; Costruzioni; Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione; Attività immobiliari; Attività professionali, scientifiche e tecniche; ecc.

La finestra utile per presentare le domande è dal 10 luglio al 30 settembre 2017 sul sito http://www.fondoenergia.unifidi.eu/

Nuova mappa per prevenire disastri ambientali

Una nuova mappa per prevenire disastri ambientali

Frutto di due anni di lavoro dell’Associazione Italiana di Geografia fisica e Geomorfologia

Su 7.978 Comuni in Italia 5.581 sono a rischio dissesto idrogeologico. Per questo Gilberto Pambianchi, docente dell’Università di Camerino e Presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Geografia fisica e Geomorfologia (AIGeo) dopo due anni di studio e ricercha ha presentato quella che sarà la nuova mappa geomorfologica.

“La Commissione – spiega Pambianchi – formata da AIGeo/ISPRA Servizio Geologico, presto estesa al Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), ha avuto il compito di aggiornare e integrare il repertorio degli elementi geomorfologici, nella prospettiva di una loro rappresentazione cartografica a scale di diverso dettaglio, focalizzando molto il problema delle pericolosità geomorfologiche (frane, alluvioni, valanghe, erosioni costiere, onde anomale e tsunami). Siamo arrivati al suo completamento”.

Si tratta – spiegano i geomorfologi – di un modello innovativo perché il ‘tradizionale’ approccio cartografico a simboli, non era più del tutto idoneo. È stato quindi messo a punto un nuovo modello di cartografia geomorfologica, di tipo gerarchico e multi scalare, definito a ‘oggetti’ o a ‘copertura completa’.

Questo modello cartografico oggi è stato reso possibile dai progressi dell’informatica, delle tecnologie satellitari (GPS – Sistema di Posizionamento Globale) e dei Modelli Digitali del Terreno (DTM) ad alta risoluzione e dalla tecnologia Sistemi Informativi Geografici (GIS).

Slitta a fine anno l’albo dei commissari

Slitta a fine anno l’albo dei commissari

La proposta arriva dall’Anac e riguarda l’aggiornamento delle linee guida n. 5 sui criteri di scelta dei commissari di gara e di iscrizione degli esperti nell’Albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici

E’ slittata a fine 2017 la scadenza per mettere a punto l’albo dei commissari di gara di appalti e concessioni pubbliche, inizialmente fissata al 28 giugno. Lo ha proposto l’Anac (Associazione nazionale anticorruzione), a cui le stazioni appaltanti dovranno segnalare la nomina dei commissari di gara entro tre giorni dall’avvenuta pubblicazione. La decisione si spiega – come si legge sul sito dell’Anac – con l’entrata in vigore del dlgs 56/2017, delle richieste di chiarimenti pervenute e delle esigenze di realizzazione del sistema informatico di gestione dell’Albo dei Commissari di gara, in virtù del quale l’Anac ha ritenuto opportuno procedere all’aggiornamento delle linee guida n. 5/2016 sulla disciplina dei commissari di gara, uno dei cardini della riforma del nuovo codice appalti, per tenere conto sia delle modifiche normative apportate dal decreto 56 sia di alcuni suggerimenti pervenuti da operatori del settore.

Il testo in consultazione prevede la possibilità da parte della stazione appaltante di scegliere i propri commissari tra gli esperti interni nei contratti di servizi e forniture di elevato contenuto scientifico tecnologico o innovativo. per i lavori di importo inferiore a un milione di euro o per quelli che non presentano particolare complessità. Inoltre, fra i requisiti per l’iscrizione all’albo c’è l’eventuale formazione specifica dei professionisti (si valuteranno master e dottorati non solo nelle materie relative alla contrattualistica pubblica, ma anche allo specifico settore di appartenenza). Si prevede inoltre la possibilità dell’assenza di una copertura assicurativa nei casi in cui i commissari siano dipendenti della stazione appaltante che li richiede come componenti interni. Nel testo è poi specificato l’obbligo di segnalazione all’Anac, da parte delle stazioni appaltanti, de mancato possesso dei requisiti o della mancata dichiarazione di incompatibilità dei candidati, accertata in fase di verifica. Il termine del 31 dicembre, tuttavia, specifica l’Anac, non è perentorio né, tantomeno, dipendente esclusivamente dalla volontà dell’Autorità, in quanto l’adozione dello stesso è subordinata alla previa emanazione di un decreto da parte del Ministero delle Infrastrutture che fissi la tariffa di iscrizione all’albo e il compenso massimo per i commissari.

Dal GSE un documento per i certificati bianchi

Dal GSE un documento per i certificati bianchi

Permetterà di evidenziare i progetti che consentono risparmi energetici. E intanto nei primi sei mesi del 2017, si è avuto un +30% di TEE riconosciuti.

In questi giorni il GSE, il Gestore Servizi Energetici, responsabile operativo dello strumento dei certificati bianchi, ovvero di quei titoli di efficienza energetica che certificano il conseguimento di risparmi energetici, ha reso noto un documento che contiene i chiarimenti operativi per la presentazione dei progetti di efficienza energetica per poter avere accesso agli incentivi previsti. Il documento evidenzia come questi progetti di efficienza energetica possono essere realizzati da soggetti, pubblici e privati, che sono in possesso della certificazione secondo la norma Uni Cei 11352, oppure hanno nominato un esperto in gestione dell’energia o ancora possiedono un sistema di gestione dell’energia certificato in base alla norma Iso 50001. Tra coloro che possono realizzare tali progetti ci sono anche le imprese di distribuzione dell’energia elettrica e del gas naturale. Per tutti, i requisiti richiesti devono essere mantenuti per tutta la durata della vita utile dell’intervento presentato. Gli enti pubblici, a loro volta, possono presentare progetti per l’efficientamento di reti di teleriscaldamento e/o tele-raffreddamento, di reti elettriche, del gas e idriche.

Contestualmente, il GSE ha anche fornito il dato complessivo delle istruttorie tecniche concluse positivamente nei primi sei mesi del 2017: si tratta di 2.677 istruttorie. In particolare sono 207 le Proposte di Progetto e Programma di Misura (PPPM) e 2.470 le Richieste di Verifica e Certificazione dei Risparmi (RVC), per le quali ha riconosciuto complessivamente 3.432.796 TEE.

E’ stato quindi registrato un notevole incremento (+30%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente durante il quale erano stati riconosciuti circa 2,66 milioni di TEE.

Sen prorogata al 31 agosto la consultazione

SEN, prorogata al 31 agosto la consultazione

Obiettivo assoluto della Strategia è arrivare a coprire la metà dei consumi energetici nazionali con le fonti rinnovabili entro il 2030

Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente hanno prorogato fino al 31 agosto il termine della consultazione pubblica della Strategia Energetica Nazionale (SEN) avviata lo scorso 12 giugno. Data la rilevanza del tema e la complessità del documento in consultazione, che comprende sia diversi scenari energetici globali che vari focus su settori e misure specifiche, il prolungamento del termine – si legge sul sito del Mise – consentirà maggior tempo per inviare commenti e presentare osservazioni che saranno analizzate congiuntamente dai due Ministeri per giungere all’approvazione definitiva della Strategia. Obiettivo di questo documento di pianificazione/indirizzo in materia energetica è quello di indiare le priorità per poter arrivare alla diversificazione delle fonti di energia e delle aree di approvvigionamento, alla promozione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, al potenziamento della ricerca nel settore energetico e della sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell’energia.

Tre gli obiettivi primari a cui tende la SEN: l’aumento della competitività del nostro Paese, adeguando i prezzi energetici a quelli europei, il miglioramento della sicurezza nell’approvvigionamento e nella fornitura, e la progressiva de-carbonizzazione del sistema energetico. Il tutto per poter arrivare a coprire la metà dei consumi energetici nazionali con le fonti rinnovabili entro il 2030, con un obiettivo minimo di rinnovabili del 27%, secondo questo schema: rinnovabili elettriche 48-50% rispetto al 33,5% del 2015; termiche 28-30% rispetto al 19,2% del 2015; trasporti al 17-19% rispetto al 6.4% del 2015.

Un altro importante obiettivo inseguito dalla SEN è la riqualificazione energetica del parco immobiliare esistente, da integrare con i bonus sulle ristrutturazioni e sul miglioramento antisismico. La SEN prevede inoltre una stretta sui controlli sulle prestazioni e l’utilizzo degli impianti di riscaldamento e raffrescamento. Chiaro l’obiettivo: sostituire progressivamente gli impianti altamente emissivi (quali caldaie a gasolio e impianti a biomasse non efficienti) con tecnologie a bassa emissione ed alta efficienza.

Arrivano gli indici di affidabilità fiscale

Arrivano gli indici di affidabilità fiscale

I professionisti sotto la lente del fisco

Tra i vari provvedimenti contenuti nella “Manovrina” del Governo vengono abbandonati i contestati “studi di settore” che prevedevano dei range di credibilità per le dichiarazioni dei redditi dei professionisti. Questi indici però erano spesso sballati rispetto alla realtà perché non prendevano in considerazione le molte varianti ed eccezioni che si presentano nel settore.
I nuovi criteri prenderanno in considerazione le passate dichiarazioni che saranno congiunti con i dati posseduti dall’Inps e dall’Ispettorato del Lavoro riguardo a debiti o irregolarità compiute in passato.
La nuova regolamentazione potrebbe entrare in vigore già dall’anno prossimo.
Per i contribuenti “virtuosi” saranno applicate agevolazioni come l’esonero dall’apposizione del visto di conformità per la compensazione di crediti per un importo non superiore a 50mila euro annui relativamente all’Iva e per un importo non superiore a 20mila euro annui relativamente alle imposte dirette e all’Irap; l’esonero dall’apposizione del visto di conformità ovvero dalla prestazione della garanzia per i rimborsi Iva per un importo non superiore a 50mila euro annui; l’esclusione dell’applicazione della disciplina delle società non operative; l’esclusione degli accertamenti basati sulle presunzioni semplici previste dal Dpr 600/1973 e dal Dpr 633/1972; l’anticipazione di almeno un anno dei termini di decadenza per l’attività di accertamento del comparto delle imposte dirette e per l’Iva e l’esclusione della determinazione sintetica del reddito complessivo a condizione che il reddito complessivo accertabile non ecceda di due terzi il reddito dichiarato.

I professionisti e le aziende avranno una pagella in cui ci sarà un voto sulla propria affidabilità fiscale che va da 1 a 10.

Due milioni dalla regione per nuovi percorsi formativi

Due milioni dalla regione per nuovi percorsi formativi

Obiettivo: creare percorsi formativi da decidere insieme alle imprese e formare le competenze che servono alle imprese per innovare e digitalizzare i processi produttivi

Due milioni di euro: è l’ammontare delle risorse del Fondo Sociale Europeo che la Regione Emilia-Romagna utilizza per finanziare percorsi formativi per persone non occupate che hanno assolto l’obbligo d’istruzione per rispondere al fabbisogno di nuove e qualificate professionalità. 

Il bando, che corrisponde all’impegno previsto dal Patto per il Lavoro di promuovere nuova e buona occupazione, sostenendo l’innovazione del sistema produttivo e investendo sulle competenze digitali delle persone, si rivolge agli enti accreditati per la Formazione superiore che dovranno progettare le attività di formazione insieme alle imprese, organizzate in rete, sistemi e filiere, sulla base delle loro specifiche esigenze occupazionali e con l’obiettivo di inserire tempestivamente nuovi lavoratori qualificati.

Gli impegni delle imprese dovranno essere formalizzati in un Accordo di Partenariato con gli enti di formazione, pena la non ammissibilità dell’operazione.
Al temine dei corsi verrà rilasciato un attestato di qualifica professionale o di una certificazione di competenze.
“Mantenere localizzate sul nostro territorio le fasi centrali e strategiche dei cicli produttivi della nuova manifattura, o attrarre nuovi investimenti, è possibile – ha ammesso Patrizio Bianchi, assessore regionale alla Formazione e al Lavoro – se siamo in grado di garantire l’intelligenza dell’intero sistema, cioè se investiamo in competenze, ricerca e tecnologie adeguate a governare e orientare i processi produttivi di beni e servizi complessi”.

Le proposte potranno essere presentate a partire dal 6 luglio 2017 e fino a settembre 2018 e saranno oggetto di valutazione e approvate dalla Giunta regionale entro 45 giorni dalla data di presentazione.

Accordo Demanio e Legambiente

Accordo Demanio e Legambiente.

Un accordo per il recupero di immobili e aree pubbliche.
Lo hanno sottoscritto e presentato nei giorni scorsi Legambiente e Agenzia del Demanio.

Un protocollo per l’avvio di iniziative ed attività di green society e green economy volte alla valorizzazione, al recupero e al riuso del patrimonio immobiliare pubblico.

E’ quello che nei giorni scorsi è stato sottoscritto a Milano, in occasione della presentazione del primo Rapporto nazionale sulla Green society organizzato da Legambiente, tra l’Agenzia del Demanio e Legambiente onlus.
Con tale accordo si certifica una collaborazione che dovrà portare ad allestire iniziative comuni per promuovere lo sviluppo sostenibile, la difesa e la salvaguardia del paesaggio e la valorizzazione delle aree protette ma anche a contribuire allo sviluppo delle iniziative a rete che l’Agenzia del Demanio sta strutturando e promuovendo per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Tali iniziative potranno interessare sia terreni per favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’ecoturismo, le filiere delle produzioni agroalimentari e l’artigianato locale, sia aree urbane per lo sviluppo di un’economia circolare, la riqualificazione ambientale di zone abbandonate nonché l’aggregazione e la coesione sociale.

“Le nostre città sono piene di immobili che aspettano nuove funzioni – ha sottolineato nell’occasione Roberto Reggi, direttore dell’Agenzia del Demanio – grazie a percorsi di rigenerazione e riqualificazione. Questi edifici sono una risorsa reale e possono costituire una risposta a domande di riuso e rifunzionalizzazione”.
“I beni comuni possono essere l’asset di un nuovo modello di sviluppo – ha aggiunto Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – per progettare dal basso attività di riuso e rigenerazione che diano impulso a quella economia civile che può essere desiderabile per uscire, insieme, dalla crisi”.