L’Antitrust boccia l’equo compenso
Il Garante della Concorrenza e del Mercato ritiene che tali norme violino i principi concorrenziali e le regole sulla libera trattativa. Immediate le reazioni e le prese di posizione
L’Antitrust entra a gamba tesa sulle norme dell’equo compenso – che ripristinano le tariffe minime dei professionisti, anche quelli non iscritti agli albi, nei rapporti con le assicurazioni, le banche e le grandi società –introdotte al Senato con il Decreto fiscale in discussione attualmente alla Camera, bocciandole severamente perché violano i principi concorrenziali e le regole sulla libera trattativa.
Il Garante della Concorrenza e del Mercato, in una segnalazione ai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati ed al presidente del Consiglio, denuncia che l’equo compenso “in quanto idoneo a reintrodurre un sistema di tariffe minime, peraltro esteso – si legge nella nota del Garante – all’intero settore dei servizi professionali, non risponde ai principi di proporzionalità concorrenziale e si pone, quindi, in una situazione di stridente controtendenza con i processi di liberalizzazione che hanno interessato anche le professioni regolamentate”.
In pratica, con l’introduzione dell’equo compenso, il compenso dei professionisti sarebbe sottratto alla libera contrattazione e tornerebbero in auge “prezzi minimi†che finirebbero “per limitare confronti concorrenziali tra gli appartenenti alla medesima categoria, piuttosto che tutelare interessi della collettività â€.
La bocciatura dell’Antitrust, con un parere peraltro non vincolante, non poteva che sollevare polemiche sia all’interno delle varie categorie professionali che nelle aule del Parlamento, e una serie di reazioni disparate. Per Armando Zambrano, presidente del CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri) “una libera concorrenza senza regole penalizza i professionisti, soprattutto quelli giovaniâ€. Per Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, “l’equo compenso non fissa dei minimi tariffari, ma interviene laddove esiste uno squilibrio nei rapporti di forza contrattuale tra il professionista e committentiâ€. Molto critica, invece, è la posizione delle associazioni dei Giovani Professionisti, per le quali “l’equo compenso è una forma di tutela essenziale e doverosa utile proprio per i giovani, che si immettono in un mercato dove oggi “concorrenza” è sinonimo di “fame”, dove i lavori vengono affidati sulla base del prezzo più basso a scapito della qualità . I giovani infatti sono spesso costretti ad accettare lavori scarsamente retribuiti o non retribuiti per potersi costruire un curriculum professionaleâ€.